Assicurazioni fantasma: come evitare la truffa
Il mondo del web ci ha insegnato che dietro un’offerta può nascondersi una potenziale truffa, purtroppo anche nel settore assicurativo.
Il mondo del web in questi anni ci ha insegnato che non è tutto oro quello che luccica. E che dietro un’offerta che ci sembra interessante può nascondersi una potenziale truffa. Non fa eccezione, purtroppo, il settore assicurativo. Nei giorni scorsi infatti un’altra compagnia di assicurazioni abusiva, che in cambio di soldi fornisce polizze il cui valore è più o meno quello della carta straccia. Stavolta, però, il caso è ancora più delicato perché la società in questione si chiama Quixa Assicurazioni, un nome che ricalca quello di Quixa – del gruppo Axa – compagnia che esiste davvero ed è anche piuttosto nota ai consumatori.
L’Ivass, l’autorità pubblica che regola il settore, ha fatto sapere di aver accertato che “l’attività di intermediazione assicurativa svolta attraverso tale sito è irregolare e, conseguentemente, ne ha chiesto l’oscuramento alle autorità competenti”.
La stessa Quixa (quella vera) ha dichiarato la propria totale estraneità alle attività svolte tramite il sito www.assicurazioniquixa.it. Il sito è stato attivo fino a poche ore fa e al numero whatsapp rivolto ai “clienti” gli operatori hanno continuato a rispondere, sostenendo di far parte del gruppo Quixa di Axa. Sempre in chat gli operatori hanno chiesto ai potenziali clienti-vittime di spedire via mail carta di circolazione, documento di identità e codice fiscale. Tutto questo, senza mostrare alcun preventivo.
“Nelle ultime settimane avevamo già segnalato un sito che si rifaceva al nome Quixa. In questo caso specifico, poi, parliamo di un sito banalmente artigianale, costruito con pochi soldi” spiega Roberto Copia, capo divisione vigilanza intermediari Ivass. “Oltretutto non parliamo neanche di vendite online, perché sul sito non si può consultare alcun preventivo né visionare il contratto, ma solo attraverso email o whatsapp. Il sito, in questi casi, è solo una rete per catturare pesci”, continua.
Se un sedicente assicuratore dialoga solo attraverso chat o email, è un segnale da cogliere: meglio verificare con Ivass che non sia un truffatore, anche al numero verde dell’autorità 800 486661. Bisogna infatti ricordare che, chi acquista una polizza da una compagnia abusiva non assolve l’obbligo assicurativo e può essere multato, oltre a rischiare il sequestro del veicolo e il ritiro della patente. E riavere i soldi da un finto assicuratore è un’impresa persa in partenza.
Come evitare truffe. Ivass raccomanda ai consumatori di controllare sempre, prima di sottoscrivere un contratto, che le polizze siano state emesse da società o intermediari autorizzati. Per verificarlo basta consultare l’elenco sul sito dell’autorità che è sempre aggiornato. Oppure si possono scorrere, sempre sul sito, tutti gli avvisi relativi ai casi di contraffazione, società non autorizzate e siti fuorilegge.
Un altro segnale che deve farci preoccupare è la richiesta di pagamento su carte prepagate. Nel caso in cui si scelga di pagare il premio con carta o conto bancario/postale, Ivass consiglia di controllare che l’intermediario iscritto sia anche il titolare della carta o del conto. Le società che operano su internet, ricorda l’autorità, devono sempre indicare indirizzo della sede, recapito telefonico, numero di fax e di posta elettronica (e, queste, sono quasi sempre indicate anche sui siti-truffa) e, soprattutto, numero e data di iscrizione al registro unico degli intermediari. Informazione, questa, che le compagnie abusive non scrivono.
“Negli ultimi mesi riceviamo sempre più telefonate da parte di consumatori che vogliono accertarsi dell’esistenza di una compagnia assicurativa prima di pagare il premio – continua Copia – e questa per noi è un’ottima notizia: significa che la nostra campagna informativa sta funzionando”.
Un fenomeno dilagante. Secondo i dati dell’Ivass dall’inizio del 2018 ogni tre giorni è stato scoperto un sito di false assicurazioni. In questi casi, dopo una rapida istruttoria, l’autorità segnala il caso alla Procura e alla Polizia postale per ottenere l’oscuramento del sito. Ma per ottenere la rimozione dal web a volte basta anche l’intervento del provider. Spesso, infatti, questi domini vengono registrati con nomi falsi e basta una semplice verifica per scoprirlo.
Oscurare il sito è fondamentale in questi casi, perché non tutti i consumatori hanno gli strumenti per scoprire una truffa o anche solo per insospettirsi: fin quando la pagina web è aperta i truffatori possono continuare a fare affari. Nel 75% dei casi segnalati da Ivass i siti sono però stati chiusi.